ET DE HOC SATIS
Silvano Boccardi
Prima di tutto, due parole sui precedenti. Qualcuno
dei miei venticinque lettori ricorderà
una mia nota pubblicata su un bollettino del GSS del 2006 che ribadiva la necessità di riflettere prima
di accettare proposte di metodiche rieducative
quanto meno discutibili, e in particolare
prive di attendibili prove
dell’efficacia dei loro risultati. In
mancanza di queste ritenevo, e ritengo, necessario ricercare nei lavori originali
le prove dell’attendibilità delle proposte. Su richiesta dei frequentatori
abituali delle nostre riunioni di aggiornamento presso la Fondazione Don
Gnocchi a Milano prendevo in considerazione, tra le altre, le metodiche di produzione
francese, molto diffuse anche in Italia negli ultimi venti anni, basate per lo
più su tecniche indirizzate in particolare a muscoli e fasce, considerati responsabili
della maggior parte dei danni funzionali dell’apparato locomotore.
Chiedendo scusa per quella che
poteva sembrare, e non voleva essere, un’operazione di sciacallaggio,
riconoscevo per primo che non è corretta una selezione di proposizioni distaccate
dal contesto (anche se un’affermazione chiaramente erronea rimane un’affermazione
erronea quale che ne sia il contesto), e la possibilità che una parte delle
incomprensioni potesse essere dovuta a cattive traduzioni: anche se nella
maggior parte i lavori erano stati letti nell’edizione originale in francese. Avevo rilevato 2 affermazioni di Mlle
Mézières, 24 di Bienfait, 2 di Busquet, 17 di Souchard.
Avevo diviso le affermazioni contestate in due
gruppi: quelle certamente erronee o male espresse,e quelle ambigue e non comprensibili. Come mi aspettavo, alla redazione
del GSS sono arrivate delle repliche: da
parte del sig Emiliano Grosso, del Centro di rieducazione posturale globale ‘studio
Loriga’ di Roma, del sig. Orazio Mieli,presidente dell’AIRPG, e infine dello
stesso mr Souchard. Alle lettere di Grossi e di Souchard avevo tentato di
rispondere con due note che credevo corrette ed esaurienti, regolarmente
pubblicate sul bollettino GSS. E qui è
terminata la corrispondenza. Mi rimaneva un rimorso: ero stato accusato
giustamente di non essermi aggiornato sui recenti progressi delle tecniche proposte. Anche se
affermazioni in sé erronee restano erronee indipendentemente dall’epoca in cui sono state avanzate.
Oggi la lacuna è colmata. Sul
numero di ottobre del 2009 degli aggiornamenti dell’edizione italiana
dell’Encyclopédie médicochirurgicale - Sezione medicina riabilitativa, edita da Elsevier Masson, è comparso un articolo a firma di PE Souchard, O Meli,
D Sgamma e P Pillastrini, dal titolo Rieducazione posturale globale, Ci siamo: qualcosa su cui discutere. E’
recentissimo; è più che autorevole, la
prima firma è del fondatore del metodo (viene
definito ’Autore’ della rieducazione posturale globale: è strano, sarebbe come
se Fleming fosse definito l’Autore del trattamento con penicillina della
gonorrea); non ci possono essere errori di traduzione, tre degli autori, bravi,
sono italiani.
Dopo i chiarimenti, almeno nelle
intenzioni, di tre anni fa, posso finalmente esprimere un parere che, per quello che vale, non può più essere
imputato a una scarsa conoscenza del problema.
Purtroppo le mie perplessità di
allora non possono che uscirne rinforzate. Poche osservazioni, divise per
argomenti, ovviamente con tutto il rispetto per i terapisti, che certamente
operano con dedizione e destrezza, e
senza mettere in dubbio i risultati da loro ottenuti. Ma di quante
tecniche e metodiche, in sessanta anni di personale impegno, ho sentito vantare
analoghi risultati? Diecine, forse centinaia. Aveva ragione il nostro Nachemson:
non importa cosa fai al tuo paziente, importante è che tu gli faccia qualcosa.
E Adriano Milani Comparetti, maestro di molti di noi, non per niente fratello
di don Lorenzo, diceva: non dare al
paziente una terapia, dagli un terapista (sottintendeva naturalmente ‘bravo’).
E allora, nell’ordine e per
argomenti
Fisiologia
neuromuscolare
I muscoli composti per la
maggior parte da fibre di tipo IIB avranno maggior forza rispetto a quelli con fibre di tipo I… a parità di
superficie di sezione!
La resistenza fibroelastica migliora con l’aumento della stiffness muscolotendinea:
la resistenza fibroelastica é
una delle componenti della stiffness muscolotendinea (Baldissera), per cui è
semmai vero il contrario, la stiffness muscolotendinea aumenta (migliora non
vuol dire molto) con l’aumento della resistenza fibroelastica.
Poste in essere dal sistema
nervoso autonomo: nel linguaggio dell’anatomofisiologia, il sistema nervoso
autonomo è quello che presiede alle funzioni vegetative, non quello che
controlla i movimenti ‘autonomi’ qualunque cosa questa espressione voglia dire.
Invidio la grande sicurezza nell’identificare
natura e compiti dello schema corporeo.
Ho cominciato a pormi il problema negli anni 40 e sono ancora pieno di dubbi.
Nella descrizione delle funzioni
muscolari, non si tiene conto dell’effetto che una contrazione di un muscolo
determina a livello di altre articolazioni oltre quelle che attraversa. In un
sistema multiarticolare,la contrazione di qualsiasi muscolo può causare
l’accelerazione di un segmento remoto, attraverso interazioni inerziaIi. Il soleo può essere un estensore del
ginocchio. Ne ho la prova quando ne constato la funzione nel mio arto inferiore
destro paretico, come sostituto
del quadricipite che non si attiva:
quanto si può imparare dai propri guai!
In stazione eretta, quando il momento flessorio al ginocchio diventa
maggiore del momento estensorio alla
tibiotarsica, il gastrocnemio diventa un flessore dorsale della
tibiotarsica (Zajac e Winter).
Purtroppo, circa il 40% dei lavori citati dall’articolo in bibliografia
risalgono al secolo scorso. Nel campo della neurofisiologia applicata al movimento negli ultimi anni sono stati fatti
interessanti progressi.
Le risposte fusali sono così complesse che
penso proprio che si rifiuterebbero di essere considerate solo un meccanismo di inibizione. Anzi.
Biomeccanica
Il compito muscolare è quello di contrastare la forza di gravità oltre che il peso dei segmenti corporei.. il peso è il modulo della forza di gravità,
non sono due cose distinte.
Il
punto di applicazione del peso G (accelerazione di gravità) …G è
effettivamente il peso, ma è uguale alla massa per l’accelerazione di gravità,
che è (g)
Se G cade lontano dal punto di
appoggio articolare., G non cade, almeno
è sperabile. Tutt’al più la verticale condotta per G (direzione della forza di
gravità) incrocia l’orizzontale a livello..
Perchè la situazione sia statica
occorre, come detto, che i momenti delle forze antagoniste, e non le forze in
se stesse, siano uguali e contrari. Nella
figura 5 la forza fm dovrebbe
essere uguale a tre volte G, che ha
un braccio tre volte maggiore.
A partire da un punto fisso superiore…cioè?
Cosa è il punto
di rigidità di un muscolo? La rigidità, che è la traduzione letterale di
stiffnes, dovrebbe essere l’inverso dell’ estensibilità. Quale ne sarebbe il
punto? E poi ogni miofibrilla… E’ la
fibra che è circondata dal connettivo (endomisio, vedi figura) e non la
miofibrilla. E come si potrebbe allungare il connettivo se è già stato raggiunto il massimo
allungamento possibile (penso sia questo il punto di rigidità)?
Nella formula del fluage sarà meglio chiarire che il fattore tempo è al
numeratore: dal testo non è evidente.
Sarebbe meglio allungamento = forza di trazione X tempo / coefficiente di
elasticità. Dal testo proposto si può dedurre che meno tempo dura la trazione
più il muscolo si allunga.
La conservazione dei risultati da parte del
sistema automatico: che cosa è esattamente il sistema automatico? anche i
movimenti ‘più automatici’ si servono dello stesso substrato anatomico del movimento volontario (Massion)
Parlare di muscoli
più tonici e di forza tonica (o
isometrica) e in genere di tono è un bel rischio. Forse val la pena rileggersi il nostro Bernstein. E
Granit, e Matthews e Morton e Ralston e Basmajian, e anche lo stesso
Sherrington. E pensare che tra i
primi avversari di questa visione del tono ci sono stati proprio i
riabilitatori francesi: Tardieu, Tabary, Massion
Cinesiologia
Tra le funzioni fondamentali del ruolo ‘statico’
dei muscoli è citata la funzione di elevazione. Elevazione è un movimento (Devoto Oli: innalzamento
lento di un arto), indica l’andare o portare in alto. Come può
essere una funzione statica del muscolo?
Per la stazione eretta, è necessaria la partecipazione dei muscoli adduttori e rotatori interni,
che progressivamente portano gli arti inferiori a una completa adduzione. In
stazione eretta, le anche non sono ‘completamente’ addotte, ma in posizione 0: è ancora possibile un’adduzione di 20-30°:
basta spostare il bacino da un lato. Comunque l’atteggiamento delle anche in
stazione eretta non è legato necessariamente
all’azione degli adduttori della coscia. In presenza di un attrito sufficiente,
i nostri piccoli poliomielitici con tutore bilaterale e adduttori paralizzati
stavano in piedi e camminavano.
Atteggiamento
posturale: continuo a pensare che sia una tautologia, postura =
atteggiamento
La locomozione avverrà in
seguito, dopo che la stazione eretta potrà essere mantenuta con sufficiente
sicurezza. Molti bambini, quasi tutti, camminano ( fanno dei passi)
prima di essere in grado di mantenere stabilmente la stazione eretta senza
appoggi. E’ quanto avviene anche in pazienti adulti atassici
Il raggiungimento della stazione eretta avviene partendo dall’attivazione
..dei muscoli posteriori del tronco nella posizione quadrupedica… In questa
posizione lavorano gli addominali per bilanciare l’effetto della gravità, che
estenderebbe il tronco. Si può provare.
Allo scopo di trasformare l’azione
muscolare diretta verso il basso in forza verticale antigravitaria. non è
facile capire cosa vuol dire ‘l’azione muscolare
verticale diretta verso il basso’: la componente verticale verso il basso della
forza dei muscoli? tutto dipende dalla posizione dei segmenti.
Non è vero che la leva più utilizzata in fisiologia muscolare
sia la leva con fulcro intermedio: nella maggior parte delle attività motorie
i muscoli agiscono su leve di terzo ordine.
,,,può rendere necessaria la presenza del tricipite surale che a
livello posteriore rappresenta una forza supplementare: a che cosa è
supplementare il tricipite surale?
Delle catene muscolari intese come
strutture anatomiche permanenti (non dissociabili, nel testo) non sono il solo
a pensare tutto il male possibile (vedi Rulli e Saraceni, La rieducazione posturale, una riflessione critica, editore erre). I
muscoli si contraggono (quando si
contraggono) con intensità e con timing che sono in funzione delle forze
esterne agenti. Al collo, in stazione eretta a testa inclinata all’indietro,
sono contratti i flessori, non gli estensori. Una catena muscolare
particolarmente poco verosimile è quella
definita ‘anteriore dell’arto superiore’. Le posizioni e i movimenti della
mano e delle dita, caratteristici
dell’uomo, sono praticamente infiniti e ottenuti con infinite combinazioni di interventi
muscolari.
Delle catene muscolari si formano di volta in
volta in funzione delle richieste (perchè non chiamarle sinergie?): oltre quelle necessarie alle fissazioni in
serie, ad esempio, sono importanti anche le contrazioni a mira neutralizzatrice
degli agonisti, sempre che il temine agonisti abbia un significato nel
mantenimento della postura. E meno male
che il quadricipite, indispensabile nel mantenimento di molti atteggiamenti e in molti movimenti plurisegmentari, è escluso
dall’enumerazione dei muscoli facenti parte delle catene. Forse perché il retto
femorale è flessore (all’anca) e estensore (al ginocchio?
L’analisi degli interventi muscolari nella
respirazione richiederebbe qualche pagina : non è così semplice.
Se i segmenti si muovono, non sono posture.
Trattamento
D’accordo sulla partecipazione
attiva del paziente, ma cosa vuol dire causalità?
se ci si riferisce alla cause dirette
del sintomo disturbante, molto meglio l’espressione ‘meccanismo patogenetico’ dell’ottimo
Paolo Crenna. E la globalità, termine
di gran moda ma non facile da definire, così come il trendy ‘olistico’:
tutta la medicina è olistica, o non è medicina. Globale indica tutti i muscoli
del corpo, cosa difficile da realizzare, o tutti quelli implicati in quella
postura o in quel movimento?
Cosa vuole dire, nel contesto, una corretta morfologia: corretta rispetto
a che cosa? L’estetica, la simmetria, la fatica, il rendimento?
Mi rifiuto di pensare che la RPG possa
correggere un ginocchio valgo
Quali sono ‘i limiti della fisioterapia stessa’, di quale fisioterapia si
parla?
Per finire, è
possibile ridurre tutto il processo riabilitativo alla soluzione di un limitato
problema meccanico? Oggi che, come ci
avverte Tesio, sono in corso di
superamento opposizioni storiche come nervoso-meccanico, volontario-involontario,
sensazione-movimento, motorio-cognitivo, e che l’esercizio è visto come una complessa
forma di insegnamento-apprendimento all’interno della relazione terapeuta-paziente.
E adesso basta, appunto: ho detto
(quasi) tutto quello che volevo dire. So bene che queste cose era meglio
chiarirle direttamente con gli autori dell’articolo. Ci ho provato, ma senza
risultato. Così, approfitto ancora una volta dell’inesauribile pazienza degli
amici del GSS, per non tradire quanto
sono venuto raccontando nei decenni a
centinaia di miei allievi sulla necessità di ben considerare le premesse
teoriche delle tecniche che vengono loro proposte prima di utilizzarle,
seguendo l’ammonimento di Bachelard, che in questi casi ho trovato
sempre utile e benefico: l’antipathie
préalable est une saine précaution.
Nel poco tempo che mi rimane, ci sono da fare
cose più divertenti (more fun, come
dice David Lettermann della lettura dell’autobiografia di Sarah Palin) che
discutere sulla Rieducazione Posturale Globale. Mi raccomando, proto: con le
iniziali maiuscole.
Le contestazioni del Prof. Boccardi delle affermazioni del sig Emiliano Grosso, del Centro di rieducazione posturale globale ‘studio Loriga’ di Roma, del sig. Orazio Mieli, presidente dell’AIRPG, e infine dello stesso mr Souchard sono alla pagina
RispondiEliminahttp://www.gss.it/notizie/discussioni.htm
La segreteria GSS
Grazie prof. Boccardi,mi auguro che le sue parole portino a riflettere alcuni miei colleghi prima di fare certe affermazioni e spero che ci convincano a fare un bagno di umiltà professionale.
RispondiEliminaUn fisioterapista
Gentile prof. Boccardi, è possibile avere un indirizzo e mail al quale mandare del materiale? Vorrei suscitare la sua curiosità in merito all'affermazione:
Elimina"Mi rifiuto di pensare che la RPG possa correggere un ginocchio valgo".
Cordialmente
Palestini Giuseppe Fisioterapista
Articoli ed evidenze sulla RPG:
RispondiEliminahttp://www.fisioterapia-roma.it/pubblicazioni-scientifiche-rieducazione-posturale-globale-souchard-roma
Sinceramente credo che la migliore soluzione sia scegliere gli esercizi specifici in base al paziente, e non fossilizzarsi su metodi eponimi basati su teorie piuttosto fantasiose.
EliminaMi pare che le frasi contestate dal Prof. Boccardi siano ancora lì, e nessuno ha saputo difenderle.
''Evidenze''... Mmm...
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