Nella prima
chiacchierata di questa rubrica, ho ceduto a una mia vecchia ossessione: ho
parlato male dell’eccessiva imprecisione e della spesso scorretta e acritica
utilizzazione del vocabolario della medicina riabilitativa, che provoca
sconcerto nei non addetti ai lavori e difficoltà topografiche nel reperimento
delle strutture dedicate.
D’altra parte, ho sempre creduto che una critica fine a se stessa abbia
poco valore, e in molti casi sia disdicevole, se non è accompagnata da proposte
concrete di soluzione del problema.
Ho chiesto alla direzione del GSS che mi lasciasse avanzare qualche
proposta di semplificazione e di chiarificazione del glossario riabilitativo:
hanno risposto di sì.
Fisiatria
Etimologia
Φύσiσ – natura
Ιατρόσ – medico da
ιάσθαι - sanare
Definizione dei vocabolari
Disciplina medica
deputata al trattamento dell’apparato di locomozione e del sistema nervoso con
mezzi fisici [vedi fisioterapia (Devoto Oli)].
E’ sicuramente un
termine breve e comodo da utilizzare, purchè sia chiaro che è sinonimo di
medicina riabilitativa. Lo stesso vale per il termine fisiatra, medico specialista in medicina riabilitativa.
Fisioterapia
Etimologia
Φύσισ– natura
Θεραπέια– servizio, cura
da θέραπον - servo, scudiero (!!)
Definizione dei vocabolari
Ramo della medicina
riabilitativa che si avvale di mezzi fisici, dell’attività fisica e del
massaggio a fini terapeutici (Zingarelli) accompagnati da ginnastica e
massaggio (Devoto Oli).
Non viene naturalmente
specificato cosa si intenda per ‘mezzi fisici’. L’unica interpretazione
‘storica’ possibile è l’esclusione dei mezzi chimici, di sintesi o naturali
(farmaci) e biologici (vaccini, sieri) che hanno fagocitato pian piano la
pratica medica nell’800 e nel primo novecento.
E’ termine assolutamente
inadeguato a identificare l’attuale medicina riabilitativa, in quanto è
centrato sulla natura dei mezzi utilizzati e non sull’obiettivo per cui vengono
utilizzati. Può essere riservato a quel gruppo di terapie molto diffuse, anche
se solo in piccola parte validate, che si servono realmente della
somministrazione diretta nel corpo umano di energie fisiche, in prevalenza
elettriche (elettroterapia), elettromagnetiche (radar, marconi, laser),
meccaniche (ultrasuoni, onde d’urto) (terapia
fisica strumentale).
Cinesiterapia
Alla cinesiterapia deve
essere riservato il significato di terapia
del movimento con il movimento, secondo una classica definizione di Georgi.
E’ pertanto uno degli strumenti, tra i più importanti, della rieducazione
motoria. Da proscrivere, ovviamente, l’uso di cinesiologia, o peggio
chinesiologia, come strumento terapeutico, e soprattutto dell’aborrito ma
troppo spesso usato FKT.
Resta il problema se sia
giusto inserire tra le terapie fisiche ‘strumentali’ la ionoforesi, la
sonoforesi e l’aerosol, dove di fisico c’è soltanto il mezzo di
somministrazione, non diversamente da quanto avviene per le iniezioni,
sottocutanee o endovenose.
Fisioterapista
Etimologia (vedi Fisioterapia)
Definizione dei vocabolari
Tecnico che applica la
fisioterapia (Devoto Oli).
Si presta ovviamente alle stesse critiche che valgono per Fisioterapia.
Resta il fatto che è il termine utilizzato in buona parte del mondo (non in
Francia, ad esempio), per l’egemonia in questo campo della versione anglossassone.
E’ interessante l’evoluzione del termine in Italia: kinesiterapista, poi
(quando si è capito che il greco κ si
trasforma nel c dolce italiano, vedi
cinematografo, cinematica, e così via) cinesiterapista, poi fisioterapista, poi
terapista della riabilitazione: termine che si voleva comprendesse tutte le
varietà di operatori, comprendendo i terapisti occupazionali e i logoterapisti.
E’ durato più di venti anni, per ricadere ufficialmente nel termine fisioterapista,
tutto sommato il minore dei mali.
Quanto al terapista occupazionale, vorrei ribadire la mia antica
avversione per il termine, di diretta discendenza psichiatrica, quando
‘l’occupazione’, un’attività lavorativa o ludica, era utilizzata come terapia
per molti malati mentali rinchiusi nei manicomi o per far passare il tempo,
tessendo su un piccolo telaio delle sciarpette che non avrebbero mai indossato,
ai poveri bambini poliomielitici costretti in letto per mesi per una chirurgia
del rachide, come avveniva a Garches, nei dintorni di Parigi, negli anni
cinquanta.
Oggi il ‘terapista occupazionale’ (un aggettivo che secondo il Devoto
Oli, è ‘in relazione con la manodopera’) fa ben altro: si occupa della
rieducazione alla vita quotidiana, sa utilizzare e in parte costruire ortesi
amovibili, si occupa dell’adattamento dell’ambiente di vita. Non sarebbe il
caso di cambiare il nome alla terapia occupazionale? Apro l’asta per una
proposta linguisticamente accettabile (ergoterapia è ancora più riduttivo).
Medicina fisica
Etimologia
Dal lat. mederi, medicare
Definizione dei vocabolari
Medicina: scienza che ha per
oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e prevenzione (Devoto Oli) ma
anche professione del medico e insieme dei rimedi.
Le stesse obiezioni che per terapia fisica, di cui è stata, negli
anni ‘40, l’evoluzione che rifletteva l’allargamento del campo di interesse
dalla semplice terapia alla diagnosi e alla valutazione, con mezzi propri.
Riabilitazione
Etimologia
Da lat. re- restitutivo, habere, possedere
Definizione dei vocabolari
Reintegrazione di una
persona, ritorno, restituzione a una normale attività, efficienza o altro
(Zingarelli); ma anche ripresa della funzionalità di un arto (BUR).
Riferita al dominio
sanitario, branca della medicina che comprende tutte le manovre terapeutiche
che mirano alla prevenzione e alla riduzione degli esiti invalidanti delle
malattie, con il fine di migliorare la qualità della vita in relazione della
persona al suo ambiente, e si propone diagnosi, valutazione dell’handicap,
trattamento precoce, adeguato e correlato con i farmaci (Encyclopédie
MédicoChirurgicale, Elsevier).
Riabilitare: conforme al
significato dell’inglese “to rehabilitate”, restituire un grado di efficienza e
di funzionalità (Devoto Oli).
Seguendo le due
successive linee guida dell’OMS, può essere vista come un intervento globale
per prevenire o eliminare l’handicap (ICIDH), o per preservare o allargare
l’area della partecipazione (ICF). Può pertanto essere suddivisa, senza
limitazioni nette tra i due domini (la carrozzina rappresenta le gambe del
paraplegico o un mezzo di trasporto?) in riabilitazione
medica (lotta per prevenire, contenere o eliminare le disabilità), compito
delle strutture e degli operatori sanitari, e riabilitazione sociale (lotta per la prevenzione e l’abbattimento
delle barriere: è l’impatto delle disabilità con le barriere, frutto per lo più
dell’organizzazione sociale, a creare l’handicap), compito dell’intera
comunità.
Rimane purtroppo
irrisolto il problema, anche in termini operativi, del triplice significato del
termine riabilitazione nel ‘dominio sociosanitario’: l’obiettivo, il percorso,
gli strumenti, che nella medicina tradizionale vengono felicemente sostituiti
dai termini guarigione, cura, farmaci. Certamente non può essere una specialità
medica, e a mio parere non può essere neanche una ‘scienza’ dato che trae le
sue premesse da una lunga serie di nozioni ‘scientifiche’ di origine diversa,
mediche in senso lato, umanistiche, e perché no filosofiche.
Centrale nell’uso del
termine riabilitazione è comunque il fatto che si rivolge a una persona nel suo insieme, compreso il
contesto personale e ambientale. Ancora una volta, si riabilita il sig. Rossi,
non l’emiparesi del sig. Rossi. Non può pertanto essere intesa come di
esclusiva spettanza medica, e non ammette, a mio parere, né prefissi né
aggettivi che qualifichino i settori patologici di applicazione: riabilitazione
neurologica (e tanto meno neuromotoria), ortopedica, cardiologica,
respiratoria, vescicale, anche per la frequenza con la quale il sig. Rossi
presenta contemporaneamente disabilità di origine neurologica, ortopedica,
cardiologica, respiratoria, vescicale e magari cognitiva.
Rimane anche il problema
dell’intervento su soggetti che non hanno, o non hanno ancora, acquisito, e
quindi non possono aver perduto, delle abilità: il bambino con malformazioni o
patologie perinatali. E’ stato proposto per qualche tempo il termine abilitazione, che però non ha avuto
fortuna. Dato che obiettivi, operatori e strumenti sono gli stessi, credo che
il termine riabilitazione possa essere senza difficoltà esteso alla prima
infanzia.
Medicina fisica e
riabilitazione
Nell’ultima definizione
(MR del marzo 2004), “Physical Medicine and Rehabilitation è una specialità
medica indipendente che è interessata in particolare alla promozione del
‘funzionamento’ fisico e cognitivo, delle attività (compresi i comportamenti),
della partecipazione (compresa la qualità della vita) e con la modificazione
dei fattori personali e ambientali. E’ pertanto responsabile della prevenzione,
della diagnosi, della cura e del trattamento riabilitativo di persone con
condizioni mediche disabilitanti e comorbidità in tutte le età. Gli specialisti
in MFR hanno un approccio olistico alle persone con condizioni acute e
croniche, tra la altre disordini muscoloscheletrici e neurologici, amputazioni,
disfunzione di organi pelvici, insufficienza cardiorespiratoria, e disabilità
dovute a dolore cronico e cancro. Gli specialisti in MFR lavorano in diverse
strutture dalle unità acute di cura a istituzioni comunitarie. Usano tecniche
di valutazione diagnostica specifiche e conducono trattamenti che includono
interventi farmacologici, fisici, tecnici, educativi e vocazionali. Per la
natura della loro formazione comprensiva sono nella posizione migliore per essere
responsabili delle attività delle équipes multiprofessionali per raggiungere
gli outcome migliori”.
Ovviamente è una
definizione complicata e piuttosto contorta, in contrasto con quanto avviene
per le discipline mediche specialistiche che sono definite semplicemente dalle
patologie che trattano (neurologia, cardiologia, otorinolaringoiatria) e anche
di quelle definite dall’età delle persone che prendono in cura (pediatria e
geriatria). Per il suo carattere ‘al disopra delle patologie speciali’ e perchè
definita dagli obiettivi, è più affine alla ‘medicina preventiva’.
Presa in sé, la
definizione ufficiale invece per molti versi si attaglia a buona parte delle
altre discipline mediche: un medico ‘non olistico’ non è un medico.
Restano le obiezioni
valide per il termine Medicina fisica, e un certo stridore all’incongruità di
riunire in un solo termine una disciplina con le sue premesse teoriche e le sue
applicazioni, comunque la si voglia intendere, e un processo globale che va al
di là degli aspetti medici.
Medicina riabilitativa
E’ l’insieme degli
operatori, degli strumenti e delle tecniche dedicate in modo particolare alla
riabilitazione medica, di cui è ‘il braccio operativo’. E’anche una disciplina,
con le sue basi teoriche, i suoi insegnamenti e le sue deduzioni operative.
Anche questo termine
indica ad un tempo gli obiettivi, il processo e i mezzi: causa non ultima di
confusione. Sidney Licht, un pioniere, incerto se intitolare uno dei suoi primi
libri Medical Rehabilitation o Rehabilitation Medicine, tagliò la
testa al toro scegliendo Medicine and
Rehabilitation. A mio (e ovviamente non solo mio) parere è comunque il
termine più indicato anche per denominare i reparti e i servizi dedicati.
Recupero
Etimologia
Lat re- restitutivo, capio prendo:
ripresa di qualcosa che si è perso, in parte o tutto reinserimento nella vita
sociale per mezzo di un’opera di rieducazione (Devoto Oli).
Rieducazione
Il termine rieducazione
può essere molto adatto, e in questo senso è ampiamente utilizzato dalla
letteratura francofona, per quella
parte importante dell’intervento riabilitativo che consiste nel trattamento dei
segni e nella ricerca di compensi. In questo senso è molto più giustificato
dell’abusato riabilitazione.
Credo si possa accettare una rieducazione neurologica, ortopedica,
vescicosfinterica nel senso di trattamento con metodiche di medicina
riabilitativa dei segni delle rispettive patologie. Mai, mi si conceda, una
riabilitazione neurologica, ortopedica, cardiologica e così via per indicare quella parte della presa in
carico riabilitativa che si occupa appunto del recupero di funzioni alterate o
perdute. E’ a mio parere corretto anche parlare di una rieducazione motoria,
funzionale (da distinguere da una rieducazione analitica) e una rieducazione
intensiva.
Riabilitazione
funzionale
Etimologia di funzionale
lat fungi, fungere
Definizione dei vocabolari
Relativo alle funzioni,
che adempie alle funzioni per cui è stato costruito (Zingarelli).
Non ha senso: non si può
immaginare una ‘riabilitazione’ che prescinda dal recupero delle funzioni.
Concludendo, ecco le mie
proposte
Dare al termine riabilitazione il suo significato
allargato e comprensivo, definito dagli obiettivi dell’intervento.
Lasciare solo una
dignità ‘storica’ al termine medicina
fisica e riabilitazione, e utilizzare il termine medicina riabilitativa per indicare la disciplina, la specialità
medica, le strutture dedicate, gli strumenti che caratterizzano la presa in
carico riabilitativa di pazienti di tutte le patologie.
Utilizzare rieducazione (eventualmente
aggettivata) per il trattamento di danni e disabilità specifiche.
Conservare i termini fisiatria, fisiatra, fisioterapista per
la loro diffusione e semplicità di uso.
Non aggiungere prefissi
o aggettivi qualificativi al termine riabilitazione riferiti a singole
specialità mediche e eliminare termini come riabilitazione funzionale, recupero
funzionale.
Sarò molto grato a
quanti dei lettori mi faranno arrivare osservazioni e critiche al sito del GSS
(info@gss.it) o a www.szimbo@libero.it.
Naturalmente, mi farebbe piacere che qualcuno fosse d’accordo. L’importante è
per me che si arrivi a una semplificazione e unificazione dei termini: è
possibile.
E… fate presto, per
favore.